La scienza, o meglio lo
studio dei fenomeni naturali che ci circondano ha a che vedere
con il sapere dell’umanità stessa.
E quello che attualmente viene
enunciato dalla comunità scientifica rappresenta per un
certo senso il limite di questa conoscenza.
"…Ovviamente, la scienza è storica e progredisce
in sintonia con il progresso sociale. Questo dato di fatto, spesso
ignorato, induce a numerosi errori di valutazione.
Si sa che la scienza di un'epoca è corretta o contraddetta
dalle nuove conoscenze, e perciò non è possibile
affermare con rigore l'esistenza di una scienza definitiva, assestata
per sempre sui suoi grandi principi e sulle sue conclusioni.
In tal senso, è più prudente parlare dello stato
attuale delle scienze. Affrontando questo e altri problemi,
l'epistemologia conduce uno studio critico sullo sviluppo, sui
metodi e sui risultati delle scienze…."
"…La scienza è chiamata a servire l'essere
umano, il suo sviluppo, l'armonia tra di esso e la natura. Purtroppo,
fino ad ora molte conoscenze scientifiche vengono utilizzate più per
la distruzione che per la creazione.
Le alte tecnologie, come
regola generale, si concentrano nel complesso militare-industriale;
le scienze sociali, anziché contribuire all'umanizzazione
della vita, al perfezionamento morale e alla solidarietà umana,
vengono sfruttate per manipolare la coscienza sociale e il comportamento
di massa, rafforzando il potere oligarchico e le istituzioni burocratiche.
Comunque, la cultura, l'educazione,
la socializzazione della personalità e del progresso sociale,
dipendono nella loro interezza dal livello dello sviluppo della
scienza e, in fin dei conti, dal suo orientamento umanista o antiumanista…".
(Silo, Opere
Complete 2– Dizionario del Nuovo Umanesimo).
La tendenza attuale della
ricerca scientifica è legata alle condizioni di schiavitù economica
alle quali sono sottoposti gli scienziati oggi così come
nel passato, così come evidenziato nella definizione data
da Silo.
Fortunatamente il sapere umano
si è evoluto e continua ad evolversi a prescindere dai
condizionamenti che riceve nel suo percorso e questo grazie alla
forza morale di chi ha sostenuto il ruolo di paladino dell’umanità senza
difendere il proprio interesse personale ma in nome di una ricerca
tesa al progresso dell’umanità.
Analisi
della situazione
Oggi la comunità scientifica
"ufficiale" è orientata con molta forza a ricercare
il progresso tecnologico e il profitto che ne deriva più che
ad ampliare il sapere umano e a contribuire al progresso dell’umanità,
gli scienziati ricevono commesse di ricerca da multinazionali,
le università ricevono fondi dalle grandi aziende insieme
alle indicazioni sulle ricerche da effettuare; si è consolidato
negli ultimi tempi un binomio improprio e pericoloso scienza =
tecnica o tecnologia, riducendo così il campo d’azione
dello scienziato a ricercatore di nuove tecnologie.
Inoltre i grandi gruppi economici
oltre a finanziare e orientare la ricerca scientifica si impossessano
della proprietà intellettuale delle scoperte scientifiche
marchiandole con il loro copyright.
Ma come può difendersi uno scienziato oggi da questi attacchi
alla sua integrità morale, come può definire o decidere
dove terminerà l’azione che ha intrapreso, come potrà intervenire
nel caso in cui la sua scoperta venga utilizzata per distruggere
e non per creare?
Entrando invece nel tema del
metodo scientifico possiamo notare come la scienza moderna sia
figlia del metodo empirico di Galilei, che tra l’altro è lo
stesso che anche noi adottiamo. Solo che non ci limitiamo ad osservare
la fisica e la chimica dei corpi.
Certi fenomeni non vengono
analizzati correttamente e vengono lasciati ai margini della scienza
perch é
considerati privi di fondamento
scientifico.
In questo caso è evidente come la forte connotazione tecnologica
della scienza attuale abbia reso "miopi" gli scienziati
moderni.
In sintesi si nota un crescente
allontanamento tra le necessità della maggioranza della
gente e le aree in cui la scienza attuale orienta i propri sforzi.
Questo apre la questione dell’etica della scienza, che in
questo periodo arriva ad essere un vero e proprio paradosso, dato
dal fatto che la scienza permette all’uomo di realizzare
imprese mirabolanti come la colonizzazione del cosmo, ma non è in
grado di arginare in alcun modo la fame e le condizioni d’indigenza
che affliggono più di 1 miliardo di persone nel mondo.
Questa questione coinvolge
ormai non solo più i moderni mecenati della ricerca ma
anche i suoi operatori, vale a dire i ricercatori.
Ci si chiede come si sentano
ma soprattutto che posizione assumano questi signori di fronte
all’orientamento meramente speculazionistico che i finanziatori
impongono.
Sarebbe interessante stimolare
una sorta di ribellione morale nella comunità scientifica
affinché si superi l’attuale condizione.
Le
proposte
Come primo passo ci risulta importante
riuscire a coinvolgere gli interessati, gli scienziati appunto,
dando vita ad un forum aperto della scienza.
In cui i vari operatori del
campo si confrontino tra loro e con le persone, alimentando un
continuo interscambio e stimolando il superamento di inerzie,
per mettere in marcia iniziative e campagne.
Ci piacerebbe in poche parole
costituire una componente scientifica sensibile ai nostri principi
ed attiva.
Sarebbe auspicabile arrivare a comporre
un "decalogo etico dello scienziato" che sia
di riferimento e di stimolo per la comunità scientifica.
Inoltre potremmo contribuire
a dare spazio di espressione e di comunicazione alle voci di quegli
scienziati che adesso cantano fuori dal coro in modo da aiutarli
a creare una nuova corale armonica del messaggio scientifico,
unire quelle voci e dar loro forza e direzione, contribuire alla
costituzione di una forza morale che orienti di nuovo la scienza
verso l’umanizzazione.