Le aree marine protette sono 27, più 2 i parchi sommersi che tutelano complessivamente circa 228 mila ettari di mare e circa 700 chilometri di costa. Sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.
Tra esse il Santuario Internazionale dei mammiferi marini (che coinvolge tre stati: Italia, Monaco e Francia e si estende dall'arcipelago toscano a sud al Mar Ligure al Nord), detto anche Santuario dei Cetacei (Fonte : Ministero dell'Ambiente del Territorio e del Mare, citato in wwfdossier_trivelleinvista_2013.pdf).
Un ambiente che costituisce un patrimonio incalcolabile e che dà vita ad un indotto turistico di cui si giovano in Italia molti milioni di persone.
Tutto questo viene messo a rischio sia dall'attività di trasporto degli idrocarburi che da quella di ricerca ed estrazione delle attuali piattaforme, falsamente sbandierate come sicure.
Da un rapporto europeo, si evince che negli ultimi vent'anni gli incidenti avvenuti sulle piattaforme petrolifere italiane sono circa 1300, cioè il 41% di quelle avvenute in tutta Europa. (Fonte http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/note/join/2014/513996/IPOL-PECH_NT%282014%29513996_EN.pdf)
Questo prova che esse non sono affatto sicure: se sin qui gli incidenti non hanno raggiunto l'onore della cronaca ci sono precisi interessi a che tutto ciò resti sotto silenzio.
Ma niente e nessuno ci garantisce che un incidente di portata tale da non poter essere nascosto non possa verificarsi.
Dunque prima la loro attività cessa e prima si elimina un grave pericolo per il nostro ambiente e la nostra economia.
Ricerca e stili di vita rispettosi del risparmio energetico sono le vere strategie per il futuro.