Comunicati Stampa

Le posizioni comuni nella forma di brevi articoli utilizzabili come comunicati stampa

Nel 2007, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) ha istituito il 2 ottobre, giorno del compleanno del Mahatma Gandhi, come "Giornata internazionale della nonviolenza". Quest'anno si celebra il sedicesimo anniversario di questa commemorazione.

La Comunità per lo Sviluppo Umano, associazione sociale e culturale del Movimento Umanista, grazie alle sue migliaia di volontari, lavora da più di 50 anni con l'obiettivo di stabilire una cultura di pace e nonviolenza nel mondo. Una cultura e una nuova coscienza che ripudia la violenza, pone l'essere umano come valore centrale e utilizza la nonviolenza attiva come metodo di azione.

Un rapido sguardo al quadro mondiale rivela che la situazione attuale è critica. I conflitti armati imperversano in gran parte del mondo, insieme ad una profonda crisi finanziaria globale e all'incombente minaccia nucleare come emergenza immediata. Inoltre, i recenti disastri "naturali" stanno causando drammatiche perdite umane, mentre tanti altri annegano attraversando il mare alla ricerca di un futuro migliore. C'è anche chi muore lentamente per la dipendenza dal fentanyl, che negli Stati Uniti è già considerata una pandemia, e per l'uso di altre droghe, legali o illegali.

Questa violenza, che si manifesta nella società, si inserisce anche all'interno dell'essere umano che finisce per competere sul lavoro, nel quartiere ... persino con il proprio fratello. La paura di essere esclusi, di non riuscire a sopravvivere in questo sistema individualista che imprigiona le persone in una bolla generata con la rete dei big data, che all'inizio sembra comoda, ma finisce per essere soffocante e asfissiante.

Non ci sono più argomenti possibili che possano giustificare la barbarie attuale. L'illusione della felicità promossa dalla cultura del denaro e dell'"ognuno per sé" sta causando grandi incomprensioni tra le culture e i popoli. È falso e illusorio immaginare che questi gravi problemi si risolvano solo grazie all'azione dei governi o dei settori dell'attuale potere mondiale che generano le crisi. È necessaria una riflessione e un'azione determinata, da parte delle organizzazioni e delle persone comuni che vogliono vivere in un mondo migliore. Ecco perché oggi l’obiettivo della Comunità per lo sviluppo umano è più che mai attuale: l'installazione di una nuova cultura umanista e nonviolenta.

Questa nuova cultura sarà il correlato di uno stato di coscienza più avanzato, in cui qualsiasi tipo di violenza provocherà ripugnanza. L'installazione di una strutturazione di coscienza nonviolenta nelle società sarebbe una profonda conquista culturale. Andrebbe oltre i pensieri e le emozioni che lievemente si manifestano nelle società odierne, per iniziare a divenire parte del tessuto psicosomatico e psicosociale dell'essere umano.

Vale certamente la pena di celebrare la Giornata della Nonviolenza il 2 ottobre. Per far crescere e rafforzare questa cultura della Nonviolenza come nuova sensibilità che comincia a esprimersi in una crescente opposizione alle diverse forme di violenza e come forza capace di cambiare la direzione violenta e disumana degli eventi attuali.

Vale la pena ricordare la possibilità di un profondo cambiamento personale e sociale, offerto dalla metodologia d’ azione basata sulla "Nonviolenza attiva".

Questo nuovo atteggiamento verso la vita ha come strumenti principali:

  • Il rifiuto e il vuoto nei confronti delle diverse forme di discriminazione e violenza.
  • La non collaborazione con le pratiche violente.
  • Denunciare tutti gli atti di violenza e discriminazione.
  • La disobbedienza civile di fronte alla violenza istituzionalizzata.
  • Organizzazione e mobilitazione sociale volontaria e solidale.
  • Sostegno risoluto a tutto ciò che favorisce la nonviolenza attiva.
  • Superare le radici della violenza in se stessi, sviluppando le virtù personali e le migliori e più profonde aspirazioni umane.

L'esperienza della violenza è nella nostra memoria, ma c'è anche l'esperienza di averla superata e contrastata. È questa giusta resistenza a tutte le forme di violenza che ha permesso ai popoli e agli individui di progredire nel corso della storia.

La nonviolenza è l'unica via d'uscita perché in essa risiede la forza di credere e creare un altro mondo. Sappiamo che la sofferenza può essere sconfitta, sappiamo che possiamo raggiungere uno stato di crescente soddisfazione con noi stessi e che questo dipende dal chiarimento che raggiungiamo sul senso della nostra vita.

Per tutti questi motivi, vi invitiamo a festeggiare questo 2 ottobre con lo sguardo rivolto al futuro che stiamo già costruendo sulla base della diversità, della gioia, della comunicazione aperta, dell'incontro tra persone e culture, e anche tra gli esseri umani e se stessi.

Il 6 agosto si commemora il massacro nucleare compiuto dagli Stati Uniti a Hiroshima, 78 anni fa, su una popolazione civile inerme. Fu la prima volta che si verificò uno sterminio di tale portata e fu ripetuto 3 giorni dopo a Nagasaki.

Segnò l'inizio del dominio globale degli Stati Uniti. Nessun altro Stato ha commesso un così tremendo atto di genocidio con un arsenale nucleare prima o dopo questi episodi.

Segnò anche gli anni successivi (la cosiddetta Guerra Fredda) in cui le potenze si armarono in modo esponenziale.

Oggi, l'escalation avviata dalle strategie militari statunitensi, incentrate sull'espansione della NATO verso est e sulla creazione di nuove alleanze militari nella regione dell'Indocina, ha provocato una risposta bellica da parte della Russia (guerra in Ucraina) e della Cina (aumento della pressione militare su Taiwan). Ciò mette nuovamente l'intera umanità a rischio di conflitto nucleare, in un momento in cui gli Stati Uniti stanno perdendo il controllo economico globale a favore di altri attori mondiali.

L'industria degli armamenti, la più grande industria, è quella per la quale gli Stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite spendono il budget maggiore. Sì, quegli stessi Stati che dovrebbero garantire la pace e che hanno il più grande arsenale nucleare.

Guerre "preventive", per la "difesa degli interessi strategici", il "ripristino della libertà e della democrazia", il "libero commercio", la stabilità" e altre menzogne che cercano di giustificare l'uso delle armi e che sono guerre per denaro.

Denaro che cerca di riprodursi attraverso il sistema finanziario globale. E si riproduce a costo di miseria, fame, sfruttamento, emarginazione, migrazioni forzate e genocidi.

Sistema finanziario globale che approfondisce le disuguaglianze sociali imponendo a certe zone del pianeta il compito di fornire forza lavoro a basso costo o semi-schiava, in altre il saccheggio delle risorse per la crescita del proprio impero. Altre ancora sono destinate a diventare "teatro" di lotte intestine, di esperimenti sociali e biologici o di continui bombardamenti. In tutti i casi in violazione di ogni diritto umano.

L'industria degli armamenti prolifera non solo attraverso le guerre "convenzionali", ma anche attraverso i sistemi di controllo che i governi usano per monitorare, controllare e reprimere le popolazioni quando si sollevano chiedendo il rispetto dei loro diritti fondamentali.

Questa è la scala di valori di questo sistema violento e antiumanista. Il predominio della forza attraverso le armi. La morte sulla vita.

I popoli del mondo non vogliono questo. Vogliono vivere in armonia e svilupparsi liberandosi dall'ingiustizia, dalla vendetta e dal non senso.

È tempo di lasciarsi alle spalle i valori decadenti di questo sistema e di costruire una nuova società.

In molte parti del mondo gli umanisti e molti altri collettivi commemoreranno questa data. Per ricordare, ma anche per chiedere:

  • L'adesione e il rispetto del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari da parte delle potenze nucleari per liberare l'umanità da questo pericolo mortale.
  • La cessazione dei conflitti armati tramite il ricorso al dialogo e alla diplomazia.
  • La riduzione del budget per gli armamenti e gli eserciti e l'utilizzo di questo budget per garantire condizioni di vita dignitose e il rispetto dei diritti umani in tutte le regioni del pianeta.
  • La demilitarizzazione, il ritiro delle truppe dai territori occupati e la fine dei blocchi economici.
  • La distribuzione equa della ricchezza.
  • La pianificazione e l'accordo delle popolazioni sull'uso delle risorse.
  • La cancellazione dei debiti pubblici e la creazione di un sistema bancario senza interessi.
  • La nonviolenza attiva come forza morale per una nuova civiltà planetaria che già si annida nel cuore dei popoli del mondo.

Equipe Mondiale de La Comunità per lo Sviluppo Umano

Evitare una guerra nucleare e una catastrofe umana e ambientale sono le priorità assolute. Per questo ci auguriamo che centinaia di migliaia di persone manifestino con i colori arcobaleno della Pace, in Italia, come nel resto d’Europa e del mondo.

Tuttavia riteniamo necessario sottolineare che chi sceglie PACE E NONVIOLENZA, chi rifiuta la logica della guerra e si propone di creare «le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili», d’accordo con il Papa, non si erge a giudice che condanna, e rifiuta l’interpretazione lineare e semplicistica della struttura vittima-aggressore, per andare a cercare sin dalle origini del conflitto la complessa rete di bisogni, aspirazioni, interessi da ascoltare e comprendere per poter avviare un processo di riconciliazione tra popoli riconoscendo le molteplici responsabilità. Un groviglio di fattori culturali, sociali, religiosi, economici e politici che nel crocevia storico dell’ultimo secolo ha creato muri e irrigidimenti nazionalistici, piuttosto che reciproca accoglienza e co-esistenza nella prima civiltà planetaria della storia.

Alla luce di una rinnovata sensibilità che avanza nella convergenza delle diversità, contro qualsiasi discriminazione e nell’ambizione ad una vita degna, giustizia e progresso per tutte, tutti e tutto sul pianeta, è evidente quanto siano fallimentari e anacronistiche questa guerra, questa polarizzazione NATO-Russia, questo sistema economico e poi politico basato su armi, consumo e fonti non sostenibili e soprattutto che punta all’arricchimento e la selezione di pochi, affamando e privando di progettualità e futuro una percentuale sempre maggiore della popolazione mondiale.

Questo sistema disumano e violento è fallito e nell’ultimo colpo di coda rischia di creare danni irreparabili, per questo è necessario rilanciare con fermezza la necessità di risoluzioni che possano portare realmente e rapidamente a tavoli di negoziato, per arrestare subito la follia della guerra e prima che un incidente o una provocazione di troppo degeneri in un disastro nucleare.

Per questo INVITIAMO TUTTE E TUTTI A IMPEGNARSI A SOSTENERE QUESTE ESIGENZE:

  1. Cessate il fuoco immediato e ritiro delle forze militari dai territori coinvolti sotto la supervisione ONU e dislocamento dei Corpi Civili di Pace per il monitoraggio del cessate il fuoco, il supporto a tutte le vittime del conflitto e il contributo alle attività di costruzione della pace.
  2. Stop immediato all’invio di armi e all’aumento delle spese militari, perché una risposta violenta alla violenza non porta la Pace, perché alimentare il conflitto non è mai giustificabile, né creerà le condizioni del dialogo necessarie a raggiungere soluzioni concordate e soprattutto perché LE POPOLAZIONI CIVILI COINVOLTE NON VOGLIONO PIÙ NÉ MORTI NÉ FERITI.
  3. Ritiro delle sanzioni che solo alimentano una guerra economica che colpisce le popolazioni.
  4. Impegno concreto dei governi europei per aprire il dialogo nei tavoli diplomatici, aperti a tutte le parti sociali e soprattutto al contributo delle donne nello spirito della Risoluzione ONU 1325 (2000).
  5. Firma e ratifica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari da parte di tutti i governi, ad iniziare da quello italiano e quelli europei.
  6. Contrastare e risolvere le conseguenze economiche, energetiche, alimentari, migratorie scaturite dalla guerra e dalle speculazioni finanziarie, sollecitando la conversione ecologica ed eliminando a priori ipotesi di gas liquido/rigassificatori e nucleare civile.
  7. Scioglimento della NATO, un’alleanza che obbliga i Paesi membri ad essere complici delle guerre e degli interessi dell’industria bellica e lotta contro le basi e le servitù militari presenti nel nostro Paese, già troppe volte usate come piattaforma di lancio di guerre in giro per il mondo.

Per sottoscrivere Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L’appuntamento per tutte/i coloro che vorranno sostenere questo appello a CONVERGERE E RILANCIARE è alle 13,00 in Piazza dell’Esquilino per dare l’opportunità a chi può di partecipare all’ASSEMBLEA NAZIONALE PER LA PACE,LA GIUSTIZIA SOCIALE E AMBIENTALE, CONTRO LE DISEGUAGLIANZE E L’ESCLUSIONE alle 11,00 in Piazza Vittorio Emanuele II (www.5novembreinpiazza.it). Invitiamo tutte/i a venire con bandiere della Pace e cartelli che riportino le suddette ESIGENZE.

Iniziativa Convergenza: Fronte Umanista Europe for Peace; La Comunità per lo Sviluppo Umano; W.I.L.P.F. Italia; ManifestA; Mondo Senza Guerre e Senza Violenza; Energia per i Diritti Umani – Onlus; Lista Civica Italiana; Rete Sociale in Movimento; Associazione Per i Diritti Umani; Pressenza - Agenzia stampa internazionale per la pace, la nonviolenza, l'umanesimo e la nondiscriminazione; Ecoistituto del Veneto Alex Langer; Michele Boato direttore rivista Gaia; ODISSEA, Blog di cultura, dibattito e riflessione diretto dallo scrittore Angelo Gaccione; Gianmarco Pisa (operatore di pace); Tina Napoli (esperta politiche dei consumatori); Marco Palombo (attivista contro la guerra); Giuseppe Bruzzone (obiettore di coscienza); Elio Pagani (attivista contro la guerra e promotore della ricerca sullo statuto giuridico delle armi nucleari in Italia); Patrick Boylan (attivista contro la guerra e nel comitato Free Assange Italia);Silvia Nocera (Multimage, casa editrice per i diritti umani); Valentina Ripa (attivista per i diritti umani e membro del Direttivo del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli); Vincenzo Brandi, (Rete NO WAR Roma); Norma Bertullacelli (insegnante pacifista, Ora di Silenzio contro la guerra, Genova); Diego Pertile (amministratore pagina FB No armi in Ucraina - Vicenza); Flavia Lepre (antimilitarista, Napoli); Silvia Galiano ( Silvia Galiano, attivista eco-femminista di Catanzaro); Ireo Bono (medico attivista contro la guerra); Bruna Bianchi (scrittrice, ex Docente di Storia delle donne e Storia del pensiero politico e sociale contemporaneo all'Università Ca' Foscari di Venezia); Annapina Ciminelli; Federico Zenga; Rita Venturi; Gianfranco Attanasio; Giovanni Bonomo - Centro Culturale Candide; Beppe Pavan; Giuliana Barone; Alessandra Cangemi (giornalista, Milano); Moreno Biagioni - Comitato "Fermiamo la guerra" di Firenze; Maria Grazia Campari - Firenze; Sergio De Cristofaro; Cesara Degliana; Emanuele Negro, fisico, obbiettore di coscienza, attivista ambientale; Pilar Castel- performer; Maria Teresa Norero; Sergio De Cristofaro 

Martedì, 27 Settembre 2022 19:49

2 ottobre 2022

Il 2 ottobre, Giornata mondiale della nonviolenza,

  • Nel nostro diritto di riaffermare l'essere umano come valore più alto e preoccupazione centrale.
  • Ricordando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani .
  • Dichiariamo che la guerra è un disastro per le persone di tutto il mondo.
  • Difendiamo il diritto delle persone a non partecipare o collaborare alla guerra. Il diritto delle persone a non uccidere, a non morire. Il diritto delle persone a vivere in pace. Le persone non devono essere uccise.
  • Denunciamo pubblicamente che dietro la guerra ci sono i grandi interessi economici, che si nascondono, dietro leader corrotti e incapaci, con le loro parole ingannevoli.
  • Chiediamo di rispettare le risoluzioni e le raccomandazioni delle Nazioni Unite.
  • Chiediamo il ritiro immediato dai territori invasi.
  • Chiediamo lo smantellamento degli arsenali nucleari.
  • Chiediamo un controllo progressivo e il disarmo.
  • Chiediamo di far funzionare la legge e la giustizia, non di ostacolarle.
  • Nella sfera familiare, realizzare ciò che si predica, lasciandosi alle spalle la retorica ipocrita, che avvelena le nuove generazioni.
  • A livello personale, dare coerenza alla propria vita e trattare gli altri come si vuole essere trattati.

Facciamo un appello pubblico per fare pressione sui responsabili delle decisioni, ovunque e in qualsiasi momento, a diffondere gli ideali di pace e la metodologia della Nonviolenza Attiva, per fare il vuoto, non per collaborare, con la violenza.

È giunto il momento di chiedere la necessaria unione di tutti gli umanisti del mondo.

È giunto il momento di fermare questo disastro in ogni modo possibile.

Dobbiamo preparare, insieme e per tutti, la strada per i nuovi tempi.

Equipe di coordinamento mondiale de “La Comunità per lo sviluppo umano”

Alla fine del 2019 fa la comparsa un nuovo coronavirus, il SARS-CoV-2, con una letalità stimata inferiore ad altri recenti virus, ma con un'elevata trasmissibilità e una lunga fase iniziale asintomatica. 

All'inizio del 2020 tale malattia, chiamata COVID-19, viene subito classificata come pandemia, il che fa prevedere un crollo delle strutture sanitarie in tutto il mondo. Non esiste ancora alcuna cura efficace conosciuta e si pensa che il possibile sviluppo di un vaccino richiederà più di un anno.

Solo l'allontanamento fisico e le misure per limitare i movimenti umani possono mitigare l'impatto sulle risorse sanitarie degli stati.

Questo implica la cessazione o, comunque, una significativa riduzione delle attività sociali ed economiche considerate non essenziali per la sopravvivenza dell'insieme sociale.

Fino a quando non apparirà una cura o un vaccino efficace, il percorso biologico per l'acquisizione dell'immunità di gruppo potrà richiedere molto tempo con il costo di un numero molto elevato di vittime dirette e indirette.

Si pone un dilemma tra l'assistenza sanitaria necessaria, così come intesa finora, e il mantenimento dell'economia. Tale scelta mette a dura prova la società al momento di questa analisi, quando un gran numero di persone sono ancora confinate nelle loro case, ma le prevedibili conseguenze materiali minacciano di essere devastanti. In questo momento di grande incertezza, quando non ci sono previsioni affidabili e la scienza è ancora alla ricerca di soluzioni, facciamo questo tentativo collettivo di trarre alcune conclusioni dal punto di vista del Nuovo Umanesimo.

Vai al documento completo

La Comunità per lo Sviluppo Umano Italia esprime solidarietà e pieno sostegno al sindaco di Riace, Domenico Lucano, da giorni in sciopero della fame a seguito della decisione del governo di sospendere l'erogazione dei fondi necessari a portare avanti i progetti di integrazione dei migranti accolti nella città calabrese. 
Il Viminale, accampando irregolarità amministrative, ha deciso da mesi di bloccare i finanziamenti ai progetti che hanno reso Riace un modello virtuoso di solidarietà e al contempo di convivenza pacifica tra migranti e abitanti del luogo. Riace rappresenta nel mondo un esempio concreto di soluzione efficace del complesso dramma delle migrazioni, di come si possa rispondere in modo nonviolento ad un fenomeno epocale in cui tutti gli attori implicati (migranti e popolazione locale) sono rispettati, coinvolti, valorizzati. 

La Comunità per lo Sviluppo Umano chiede che il governo riveda con urgenza la propria posizione, che sblocchi i fondi destinati a Riace e che scelga di difendere questo modello di integrazione invece di ostacolarlo. 

Infine, vuole dare ampia diffusione alla raccolta fondi promossa dalla Rete dei Comuni Solidali (RECOSOL) in accordo con le associazioni che hanno preso parte al Riaceinfestival, per permettere al progetto di Riace di superare questa fase critica e andare avanti. 

RECOSOL, IBAN: IT92R0501801000000000179515, causale Riace.
(La raccolta fondi rimarrà attiva fino a dicembre 2018)

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Art. 11 della Costituzione Italiana

L’Assemblea Costituente si è dimostrata molto saggia nella definizione di questo importantissimo articolo della nostra Costituzione, una saggezza nata dall’esperienza diretta della devastazione fisica e morale prodotta dalla Seconda Guerra Mondiale.

Come umanisti nonviolenti non possiamo che condividere tale saggezza e spingerla più in là, giungendo a ripudiare qualsiasi forma di violenza come metodo di risoluzione dei conflitti.

Alcuni Padri Costituenti avevano vissuto anche gli avvenimenti convulsi che portarono alla Prima Guerra Mondiale, anch’essa devastante ed in qualche modo preludio della Seconda.

Riteniamo ci siano alcune analogie tra le condizioni che hanno scatenato la Grande Guerra e quelle che stiamo vivendo in questi giorni: un nazionalismo spinto principalmente per guadagnare potere ed appoggio delle popolazioni e un evento scatenante che può innescare un’escalation a cui nessuno delle potenze in conflitto vorrebbe arrivare.

Nello specifico l’attacco missilistico di ieri notte in Siria ci preoccupa perché ricorda nelle sue dinamiche internazionali l’attentato di Sarajevo del 1914; anche se il rischio di un’escalation immediata pare per il momento scongiurato, le potenze coinvolte stanno pericolosamente ballando intorno ad un profondissimo baratro, aumentando il rischio che un qualsiasi incidente renda la situazione irrecuperabile.

I gruppi di base de La Comunità per lo Sviluppo Umano parteciperanno o promuoveranno quindi nei prossimi giorni manifestazioni contro la guerra in tutti i luoghi in cui operano perché ritengono urgente e necessario far comprendere all’apparato militare-industriale che le popolazioni non si faranno trascinare ancora una volta nel conflitto definitivo, peraltro con dubbie per non dire false motivazioni, sia in Italia che nel resto del mondo.

arco-iris-720x540

 

Prendere coscienza, imparare e produrre azioni concrete basate sulla Metodología della Nonviolenza, è l’unico cammino per eliminare la violenza nel Mondo”.

Nel 2007, l’Assemblea Generale dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) dichiarò il 2 Ottobre, giorno della nascita del Mahatma Gandhi, come “Giornata Internazionale della Nonviolenza”. Così, quest’anno viene festeggiato il suo decimo anniversario.

La violenza colpisce il mondo e si espande nel pianeta sottoforma di guerre convenzionali, territori occupati, minacce nucleari (che potrebbero sfociare in una catastrofe nucleare futura) carestie, migrazioni di massa, sfruttamento economico, crisi di milioni di rifugiati, attacchi terroristici, violenza nelle scuole, nelle città e nelle famiglie. Ma si manifesta anche come violenza interna nelle persone esprimendosi come sofferenza interna. La violenza in tutte le sue manifestazioni (fisica, economica, razziale, religiosa, morale e psicologica) è parte integrante di un sistema individualista e disumanizzante la cui metodologia d’azione genera sempre più violenza.

La soluzione al problema alle differenti forme di violenza esiste, e consiste nell’applicazione di una precisa metodologia: la “Metodologia della NonViolenza Attiva”

La Nonviolenza è una metodologia d’azione che dà impulso ad una profonda trasformazione individuale e sociale.

La Nonviolenza è una forza capace di modificare la direzione violenta e disumana degli eventi attuali.

La Nonviolenza promuove una nuova attitudine interna ed esterna di fronte alla vita ed ha come pilastri fondamentali:

  • Il cambiamento personale, il rafforzamento e lo sviluppo interiore e simultaneamente la trasformazione sociale.

  • Il rifiuto e il vuoto alle differenti forme di discriminazione e di violenza.

  • La non-collaborazione alle pratiche violente.

  • La denuncia di tutte le situazioni di discriminazione e violenza.

  • La disubbidienza civile di fronte alla violenza istituzionalizzata.

  • L’organizzazione e la mobilitazione sociale, volontaria e solidale.

  • Lo sviluppo delle virtù personali e delle migliori e più profonde aspirazioni umane.

La Metodologia della nonviolenza è stata espressa nella Storia con azioni e sviluppi chiari nel tentativo di trasformare il mondo. In tal senso, contributi importanti sono stati realizzati da Leon Tolstoi, Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Mandela, e più recentemente dalla Guida della nonviolenza e fondatore della corrente di pensiero conosciuta come Nuovo Umanesimo, Silo.

La Metodologia della nonviolenza si manifesta anche attraverso le migliaia e migliaia di azioni comuni a cui danno impulso in tutto il pianeta quotidianamente milioni di persone. Organizzazioni, gruppi di volontari e singoli individui che con spirito solidale cercano di trasformare le situazioni di violenza che esistono intorno a loro.

Sono segnali della nonviolenza, segnali di una nuova spiritualità e una nuova solidarietà. Segnali di un nuovo orizzante personale e sociale che abbiamo bisogno di costruire. Sono i segnali di un’evoluzone nonviolenta di cui ciascuno può essere parte.

E’ il momento opportuno perchè si manifesti il messaggio calmo e potente della Nonviolenza. Un momento di grande necessità nel quale si devono esprimere le nostre migliori qualità per costruire un futuro non violento.

Il prossimo 2 Ottobre irradieremo nel mondo con Forza

il messaggio che dice:

“La Nonviolenza è l’unica soluzione”

 

Il prossimo 2 ottobre irradiamo con Forza nel mondo il messaggio che dice:

“La Nonviolenza è l’unica via d’uscita”

Nel 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) ha dichiarato il 2 ottobre “Giornata Internazionale della Nonviolenza”.

Il 2 ottobre 2016 vede il mondo sommerso in un processo di crisi, violenza e destrutturazione crescente. Nessuna regione, nessun paese, nessun gruppo o persona si sottrae a questa situazione. L’aumento della sofferenza e della violenza si esprime in differenti modi, dal più aberrante e crudele al più occulto e sottile.

Le carestie regionali, le guerre, i milioni di rifugiati abbandonati dai loro paesi, le minacce nucleari permanenti, le guerre culturali ed etniche, le crisi finanziarie, lo sfruttamento economico, la disoccupazione crescente e lo sfruttamento di tutti i tipi si moltiplicano in tutti gli angoli del pianeta. Allo stesso tempo la violenza e la sofferenza invadono sempre più rapidamente l’interiorità dell’essere umano, sommergendolo nella disperazione e nel non senso della vita, generando un aumento crescente dell’infermità mentale, della violenza personale, della pazzia, dell’isolamento, della non comunicazione e del suicidio.

E’ falso ed illusorio immaginare che questi gravi problemi si risolveranno solamente grazie alle azioni dei governi o dei settori dell’attuale potere mondiale che generano le crisi. E’ necessaria la riflessione e l’azione decisa delle organizzazioni e delle persone comuni che desiderano vivere in un mondo migliore.

Giorno dopo giorno si moltiplicano le espressioni di coloro che lottano per trasformare un sistema sociale violento e disumano: la mobilitazione solidale di aiuto ai rifugiati, le manifestazioni contro la guerra in Europa, America e Asia; le mobilitazioni di “indignati” che si oppongono in tutti i modi al sistema economico disumano che li governa; le mobilitazioni nonviolente delle nuove generazioni che reclamano una migliore educazione e una giustizia sociale; tutto questo sommato alla moltitudine di attività umaniste che si sviluppano in tutto il pianeta, nei loro quartieri, nelle università e nei luoghi di lavoro.

La sensibilità nonviolenta si fa sentire nelle proposte di molte organizzazioni e persone. Da La Comunità celebriamo e incoraggiamo queste espressioni che danno una possibilità a un futuro nonviolento.

Mercoledì, 13 Aprile 2016 07:30

Referendum 17 aprile 2016


volantino notriv-1La Comunità per lo Sviluppo Umano si schiera a favore del SI nel Referendum del 17 Aprile.

Il Movimento Umanista a cui apparteniamo, ha fatto dell'Uomo e della sua felicità, il valore centrale, ponendo la nonviolenza come unico criterio orientatore delle scelte economiche e sociali.

Per tanto non è possibile per noi concepire un modello di sviluppo che non sia ecosostenibile.

Difronte ai rischi di inquinamento rappresentati dalle piattaforme estrattive di petrolio e gas, all'accertata presenza di incidenti, al pericolo che questi possano compromettere le nostre coste con grande danno per il turismo, sentiamo la necessità di spingere i governi ad orientarsi sempre più verso forme di energia rinnovabili.

Per questo riteniamo indispensabile esprimerci a favore dell'abrogazione della norma che all'oggi consente ai petrolieri di sfruttare i giacimenti fino ad esaurimento, lasciandone a loro la discrezionalità e bypassando ogni controllo.

 

Pagina 1 di 2